Pietro Raffaele Musone

Pietro Raffaele Musone nacque a Casapulla alle ore 8 del 30 marzo 1847 da Francesco Paolo, calzolaio, e Concetta Monforte, contadina, entrambi ventiduenni. La famiglia Musone era originaria di Marcianise, dove nel XVIII secolo figurava tra le famiglie aventi il titolo di Vassalli, e la sua presenza a Casapulla risaliva al 1743, anno in cui il marcianisano Andrea, figlio di Nicola, sposò la casapullese Angela d’Amico, figlia del fu Giovanni. Oltre ad Andrea, che era barbiere e trombettiere, nella famiglia Musone figuravano già vari “strumentisti”, quindi era chiaro come la musica scorresse nel sangue dei suoi componenti. Pietro fu allievo della Banda Comunale di Caserta, dove, suonando il quartino, cominciò a studiare il contrappunto e l’armonia, prendendo a modello giganti della musica, come Bellini, Rossini, Donizetti e Mercadante. Dai 18 ai 22 anni prestò il servizio militare, durante il quale suonò il clarinetto e diventò direttore della banda del 76° reggimento fanteria. Dopo questa esperienza tornò a Caserta come direttore della banda civica, che lo aveva visto in precedenza come allievo.  In terra natia, nel 1872, portò a compimento il suo capolavoro: Il “Camoens”, un dramma lirico ispirato al poeta lusitano Luís Vaz de Camoens, con testi di Enrico Golisciani. La collaborazione col librettista napoletano continuò con altre due opere: “Wallenstein” (1873) e “Carlo di Borgogna” (1876). Tutte le prime di tali opere si svolsero presso il Teatro Mercadante di Napoli. In particolare, il Camoens riscosse un fortissimo successo, tanto che gli valse una medaglia. Alcune copie del libretto dell’opera sono conservate in prestigiose biblioteche degli Stati Uniti. Essa fu interpretata dal famoso tenore Beniamino Gigli, ad inizio carriera. Nel 1877 scrisse un “Inno a Sant’ Elpidio” con testo di Vincenzo Tummolo.Il 15 settembre del 1879, alle ore 4:30 del mattino, Pietro morì a Casapulla, all’età di soli 32 anni. Le sue spoglie riposano nel cimitero del paese, nel mausoleo scolpito dallo scultore marcianisano Onofrio Buccini. Nel 1979, in occasione del centenario della morte, fu celebrato un concerto al pianoforte nell’Aula Magna della Scuola Media “Giacomo Stroffolini” e fu scoperta una lapide commemorativa all’imbocco della strada, già da anni a lui intitolata. Il giorno dopo, in Piazza Stroffolini, il prof. Marcantonio Monaco diresse la sua “Grande Messa”, preceduta dalla sinfonia del “Camoens”, così come avvenne nel 1879. Parteciparono anche professori del Teatro San Carlo di Napoli.

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